mercoledì 31 ottobre 2007

Apologia della solitudine


Dei giorni che scivolano via,
nel tempo in cui innalzo furiose architetture di instabili parole,
afferro l’essenza dell’Egoismo
e ne filtro il pretesto da me stesso creato.

Respiro una certa bramosia in questa urgenza,
e c’è qualcosa di fottutamente malato
nella fuga continua per tenerla in vita e pronto ad accoglierla,
mentre immagino il suo sapore dolciastro
il cui pensiero, cullandomi, determina ogni decisione.

Stringila forte e desiderala,
avvolta nei suoi mille volti cangianti;
magnifica sempre la doverosa terapia, l’unica possibile.

Disertare è da bastardo,
ma mi nascondo nuovamente,
con la coscienza nitida di perdersi,
annegando nel suo sguardo saturato di fiducia.

Anche adesso continuo in questo inganno,
fino a quando rivedrò luccicare,
imprigionato in fondo ad un abbraccio
il mio corpo cieco roteare
e rendendole di nuovo la libertà
ho scoperto, furtivamente,
una nuova identità.

lunedì 29 ottobre 2007

Voglio infrangere il cristallo


L’avevo detto e l’ho fatto.

La sveglia suona alle 5.30, interrompendo un incubo che di tanto in tanto torna a farmi visita rinnovandosi ogni volta, rappresentato in situazioni sempre più grottesche che evito di raccontare, anche perché ho venduto i diritti a Stephen King.
Lo so, sentire il cicalino a quell’ora può essere fastidioso, ma ho quella specie di eccitazione che si prova da bambini quando ci si alza presto per un buon motivo, tipo andare a sciare lontano o si parte per il mare e non basta l’idea che sia lunedì per rovinarmi l’euforia.
Faccio colazione, meno pantagruelica del normale, mi vesto rapidamente, prendo la sacca bianca e blu sempre pronta, mi butto in auto e percorro più spericolato del solito le strade deserte e addormentate.
Alle 7.00 a.m. sono davanti alla nuovissima Sporting Pool di Novara pronto a “rompere l’acqua” per primo, come adoro fare.
Mi accorgo quanto sia assurda la situazione quando mettendomi il costume vedo sulla pancia ancora i segni e le righe delle stropicciature del sonno. Rido. Faccio la doccia e mi piazzo sul blocco della corsia 5, quella centrale. Prima di tuffarmi mi godo lo spettacolo di quella lastra di cristallo che mi trovo davanti, resto immobile qualche istante prima di violarla e penso al CRISTALLO, una parola che se scandita lentamente si riempie del suo significato e della sua trasparenza.

SWOOOOOSSSHHHHHHHHHH.

Fino alle 7 e mezza in acqua ci sono solo io e a due corsie di distanza un altro esaurito ma vinco sicuramente io per motivi di residenza. Riesco ad arrivare in ufficio puntuale e con un’esaltazione inconsueta per una nebbiosa giornata di inizio settimana.
Il difficile è giustificare ai colleghi il segno degli occhialini da piscina che per qualche ora appaiono evidenti sul viso.
Ai più diffidenti faccio annusare il braccio per far sentire l’odore del cloro.

Ma il vero progetto folle che non ne vuole sapere di abbandonarmi è quello di violare una piscina di notte, abusivamente, nel buio totale e assolutamente da solo.

mercoledì 24 ottobre 2007

Psicologia I


Pensa alla tua immagine da bambino, pensala con intensità. Ricordati come eri vestito, dov’eri, ogni dettaglio possibile e se eri felice o no in quella occasione, Ora vai da quel bambino abbraccialo e digli che adesso ci sei tu a proteggerlo.

La consapevolezza e l’accettazione di sé, così come l’autostima, si comincia a sviluppare intorno agli otto anni. E’ possibile fare un percorso a ritroso e con questo esercizio superare ciò che di gravoso - e a volte doloroso - dal passato ci portiamo dietro.

lunedì 22 ottobre 2007

Claustrofobie (revised)



Forse vi siete preoccupati per l'immagine un pò inquietante del post precedente più che per il contenuto... Per tranquillizzarvi sul mio stato di salute (fisico, su quello mentale non garantisco da tempo) ho trovato un urlo più adeguato, che completo con qualche aforisma e citazione del personaggio ivi raffigurato.


- Che cos'è la mente? Non-materia. Cosa fa la materia? Non mente.
- D'accordo niente panico. Mi rifarò del denaro vendendo uno dei miei fegati. Posso sopravvivere con uno solo.
- In quale modo l'educazione dovrebbe farmi sentire più intelligente? Ogni volta che imparo qualcosa di nuovo, questo spinge fuori le vecchie cose dal cervello. Ho frequentato il corso per fare il vino in casa e ho dimenticato come guidare.
- Sono sempre stato un uomo obeso intrappolato nel corpo di un uomo grasso.
- Conosco un modo per risolvere i nostri problemi finanziari! Marge, puoi affittare il tuo utero ad una ricca coppia senza figli. Se sei d'accordo, dimostralo facendo l'indignata...
- Bisogna essere in due per mentire, uno che mente e l'altro che sente.
- Abbiamo l'ordine di non sparare a nessuno tranne che a Green Peace.

Claustrofobie


Diffida se t’incantano più le parole che le azioni, specie quando ti sfuggono via, tra le dita chiuse in un pugno stretto di rabbia. Sorprendenti le attenzioni e i gesti di stima, sorprendente la trasformazione delle convinzioni, sorprendente ciò che mi impedisce di riconoscermi così decorato. Tracannare fiele e assuefarsi al veleno. Ho sempre odiato l’arte dei suoni gioiosi eppure avvolto da queste sonorità fosche mi rifugio in atteggiamenti dissacratori e saturi di crudele sarcasmo difensivo. Un sole ingannatore impedisce di distogliere lo sguardo perso là in fondo, dove l’orizzonte si mescola con il cielo. Ma è qui in queste stanze, quando questa penombra mi sfiora e mi soffoca, che mi rendo conto dell’equilibrismo necessario, quello che impietoso sembra indicare la naturale via d’uscita. Non sono più in grado di essere trasformato e devo assecondare solo la mia inclinazione ingrata. Qual’è l’unica via percorribile? Di cosa siamo fatti? Come sassi, si schiantano sul parabrezza, scheggiano impercettibilmente il vetro e producono crepe che sembrano immobili ma avanzano lente e inarrestabili. Ogni pensiero sembra smarrirsi se lo costringo invano dove sembrerebbe naturale indirizzarlo. Devi aver timore e non fermarti alla desueta mia immagine sublimata. Saper riconoscere il canto delle sirene, l’urgenza di perdersi è un delirio transitorio che rende inaspettati vantaggi e pesantissime conseguenze, irritandomi per ogni inquinamento esterno che solo io posso decidere quanto debba influenzarmi. Sono cerchi concentrici che sbarrano il passo tra il restare immobile dove vorrei e una corsa affannosa; cerchi concentrici che mi trattengono in una spirale dalla quale non sono in grado di svincolarmi pur avendone il potere, come un’onda lunga ingestibile che cattura ogni oggetto lasciato a riva, riportandolo inesorabilmente al largo, di nuovo lontano.
Non pretendo che tu capisca ma invoco di lasciare che abbia la sensazione di trarne vantaggio, in un genuino sacrificio. Che possa cambiare, che trovi il mio posto, che l’opalescenza muti in trasparenza che faticosamente accettata mi protegga, con la violenta certezza che accada. Se non sono in grado di riappropriarmi del tuo valore, io ringrazio per l’incitamento a non fermarmi ancora. La prossima magia fa che sia davvero strabiliante perché possa essere davvero convinto di poterla sostenere. Fa che domani all’alba i rumori della tua presenza mi risveglino, meravigliandomi per un silenzio finalmente violato.

giovedì 18 ottobre 2007

Bushismi




Tutte le mattine, la prima cosa che faccio è accendere la radio e ascoltare il GR2, edizione delle 6.30. Stamattina, mentre mi abboffavo di Yogurth, cereali, torta di mele e caffè, sento queste notizie:


- Bush incontra il Dalai Lama e gli consegna la Medaglia d’oro del Congresso “come riconoscimento ad un simbolo universale di pace e tolleranza”. Pechino s’offende.
- Il parlamento turco ha approvato una mozione che da carta bianca all’esercito per attaccare i ribelli Kurdi rifugiati in Iraq. Bush commenta ”Ci sono modi migliori per affrontare la questione piuttosto che con un intervento militare”.
- USA: Nuovo minimo storico per i consensi al presidente BUSH (26%).


Giungo allora ad una conclusione: se la popolarità di Bush ha raggiunto questi livelli non è colpa del Presidente, sono gli americani che non hanno alcun senso dell’umorismo.

mercoledì 17 ottobre 2007

Maleducazionecontinua?



Succede talvolta che arrivi in ufficio e senti delle cose che sai di non poter sopportare a quell'ora. Senti un collega chiedere se alle Primarie ha vinto la destra o la sinistra. Vai a prenderti un caffè per evitarti una condanna per omicidio e senti una che dice all’amica che domenica è stata a Cogne, ma non ha potuto avvicinarsi alla casa della Franzoni perché è transennata.
Vuoi proporre loro una gita a Garlasco, che attualmente forse non è ancora così gettonata, con un po’ di fortuna ci si può anche imbattere nella bici di Alberto Stasi, sennò c’è sempre Via Poma che non è male …
Sono quei giorni in cui il tuo scazzo, già provato dal logorio della vita moderna, sta raggiungendo la soglia del warning e così ti informi se la Ryan-air ha dei voli low cost per Saturno, solo andata possibilmente.
Le giornate corte, il partire al mattino quando il sole non è ancora sorto e rincasare quando è già calato, ti sta facendo venire un po’ di ansia per l’inverno alle porte, cosa t’inventi per far passare i prossimi mesi adesso che le attività all’aperto sono precluse?
Inaspettata, una scoperta fulminante ti fa cambiare umore. Rincuorato dal tuo saper aspettare, ti puoi imbattere in piccole rivelazioni che, se sai apprezzarle, ti fanno passare la voglia di staccare quel biglietto per un altro pianeta.
In modo del tutto fortuito, un must per gli accadimenti più sorprendenti, scopri che esiste L’UNIVERSITA’ POPOLARE BIELLESE PER L’EDUCAZIONE CONTINUA, un titolo che già ti esalta e dove anche nelle varie sedi sparse nella provincia di Biella c’è la possibilità di frequentare innumerevoli corsi, dal cinese all’enologia, dalla metafisica alla falegnameria.
Sei passato in segreteria per un corso di INGLESE e ti sei ritrovato a frequentare PSICOLOGIA!
Hai passato l’ultimo anno a screditare la provincia di Biella ma con questa iniziativa sei costretto a ricrederti.
Ora il problema diventa: perché la settimana ha solo 7 giorni?

www.upbeduca.it

martedì 16 ottobre 2007

Vuoi una sigaretta? No, voglio rimanere nervoso.



Vi è mai capitato di inseguire un obiettivo e di scoprire che avete impegnato tutte le vostre forze invano, perchè quello che cercavate era altrove?
Vi siete mai aggrappati all'orgoglio e all'ambizione finendo per ferire voi stessi e le persone che amate?
Quante volte avete dovuto ammettere che fuori dal cerchio del vostro IO non capite granchè e giurate, mentendo, di aver cercato una strada negli altri e con gli altri?
Ora fermatevi, smettere per un attimo di fare quello che state facendo, appoggiate per terra questo libro e chiedetevi:
"Cos'è che in questo momento vorrei fare più di ogni altra cosa?".
E fatelo.


Maksim Cristan (FANCULOPENSIERO) - Feltrinelli -

lunedì 15 ottobre 2007

Dolo protettivo








- Stai giocando sporco, Stephan!
- Niente affatto, cerco solo di comportarmi normalmente, senza pregiudizi ne regole di buon senso.
- Sappi che stai perdendo il controllo di una tua reazione che sa di furiosa cinica vendetta. Sadica e crudele!
- Vendetta? La vendetta colpisce le persone colpevoli delle situazioni che la generano, nel mio caso come vedi non è così.
- Beh, non ti gioverà per niente se non farti credere di dare un senso di giustizia ad una partita che di onesto non ha più nulla, che ha perso oramai tutta l’innocente naturalezza della quale ti sei sempre vantato.
- Lo so che non probabilmente non sarà più così, ma non faccio altro che lasciare scorrere tutto senza opporre resistenza, senza affanno.
- A cosa ti serve la compassione per le vittime incolpevoli se non poni fine a questa inutile farsa, cosa credi di dimostrare?
- Incolpevoli non troppo … poi lo faccio per me, ma non sono io la causa di alcuna sofferenza pertanto non provo nessuna compassione.
- Sei oppresso da una logica circolare, che si traveste da alibi, Stephan, e non fai niente per evitarla!
- No, ogni giorno scopro l’ennesimo lato sconosciuto. Illudersi rende giustizia ad una necessità orami resa asfissiante da questa perdita di contatto.
- Allora è bene che tu sappia che per reati come questi, compiuti con l’aggravante della boriosa onestà, potresti pagare un prezzo molto alto.
- Lo so, Camille, lo so.

giovedì 11 ottobre 2007

Les vieux amants












Bien sûr, nous eûmes des orages
Vingt ans d’amour, c’est l’amour fol
Mille fois tu pris ton bagage
Mille fois je pris mon envol
Et chaque meuble se souvient
Dans cette chambre sans berceau
Des éclats des vieilles tempêtes
Plus rien ne ressemblait à rien
Tu avais perdu le goût de l’eau
Et moi celui de la conquête

Moi, je sais tous tes sortilèges
Tu sais tous mes envoûtements
Tu m’as gardé de pièges en pièges
Je t’ai perdue de temps en temps
Bien sûr tu pris quelques amants
Il fallait bien passer le temps
Il faut bien que le corps exulte
Finalement finalement
Il nous fallut bien du talent
Pour être vieux sans être adultes

Et plus le temps nous fait cortège
Et plus le temps nous fait tourment
Mais n’est-ce pas le pire piège
Que vivre en paix pour des amants
Bien sûr tu pleures un peu moins tôt
Je me déchire un peu plus tard
Nous protégeons moins nos mystères
On laisse moins faire le hasard
On se méfie du fil de l’eau
Mais c’est toujours la tendre guerre

Jacques Brel

domenica 7 ottobre 2007

Non si può morire dentro! Esci, per cortesia


Molto spesso mi ritrovo solo a spingere sui pedali della Poderosa nei boschi intorno al lago. Capita frequentemente di svoltare senza esitazioni in sentieri sconosciuti e mai percorsi, vincendo ogni esitazione come quella di perdersi, di dover affrontare difficoltà eccessive o che la nuova direzione non porti da nessuna parte o addirittura finisca nel nulla. Ciò accade per la consapevolezza di avere sempre facoltà di alternative, come scendere o spingere se troppo impervio, tornare indietro, ritrovare uno sterrato conosciuto, tutto ciò supportato dalla coscienza di avere il tempo necessario per porre rimedio ad una scelta infelice; non solo, spesso queste svolte azzardate riservano scorci inaspettatamente incantevoli che ripagano la decisione di lasciare i soliti tracciati. Ma tanto vengo compiaciuto da questo conforto quanto è il fastidio che provo incontrando altri bikers, sollevando una gran quantità di punti di domanda su questa apparente contraddittoria incoerenza.
Preferisco la sella al tram e il cielo stellato al soffitto,
preferisco il sentiero oscuro e difficoltoso verso l'ignoto alla strada asfaltata
e la pace profonda del selvaggio allo scontento generato dalle città. (E. Reuss)

martedì 2 ottobre 2007

Moltheni





"Io non sono come te"
(EP - La tempesta dischi - 2007)






La prima considerazione che mi viene da fare trovandomi tra le mani questo nuovo lavoro di Moltheni è puramente estetica: la front cover ricorda moltissimo il retro di Felt Mountain di Goldfrapp.
La seconda è che Umberto Giardini in questa occasione ha lasciato fuori dallo studio la sezione ritmica e un po’ mi dispiace.
La terza mi fa pensare che sarebbe un peccato che per qualcuno questo fosse il primo approccio con l’artista marchigiano e questo non vuol essere un giudizio negativo sul disco ma una riflessione sul fatto che non lo si può comprendere e apprezzare a pieno senza conoscere i lavori precedenti.
Un EP che da continuità alle sonorità di Toilette Memoria, rappresentate principalmente da un piano Wurlizer, una chitarra acustica e dalla voce di Moltheni, un disco che bisogna ascoltare lasciandosi abbracciare senza timori, perdendosi nella sua sobria rotondità, dandosi tutto il tempo necessario per assaporarlo in profondità.
Sono 6 pezzi levigati raffinatamente in uno studio in Svezia, resi morbidi e privati di ogni spigolosità da Kalle Gustafsson, che non entrano nella pelle al primo ascolto, ma quando lo fanno dilatano i pori lasciando addosso una sensazione intensa di benessere, come quella del tiepido sole di ottobre.