mercoledì 26 marzo 2008

Cotton Lovers


E non lasciavo che al ricordo distratto la possibilità di fissare nel vuoto, tu ignoravi il presente chiedendomi “Quante vite hai?”. Ma mi piaceva quella finzione da grandi, tanto da conoscerne ogni legge.
I vuoti cinici venivano colmati con avidità, consapevoli della gravità dei segreti che incauti ci ripetevamo ad occhi chiusi. L’ironia nel bonificare il tempo rimanente impediva di imbrogliare, così mi sentii costretto a smettere di chiederti banalità. Mi parlavi di animali e replicavo con dolore e apparente maestria, mosso solo dalla voglia di restare chiuso dentro. Venezia, ancora tu che resti integra per me, mentre noi ci stringevamo e ridevamo, poi seri e lontani ne cancellavamo i muri.
Eccoti qui, ti accolgo arida e umida come ti vedo ma non più di quanto non lo sia io.

lunedì 17 marzo 2008

A questo mondo nessuno ti dà niente per niente, sarebbe una perdita di tempo per tutti e due












Ti sei mai accorto della paura che si legge dentro i tuoi occhi?
Ogni persona combatte principalmente contro se stesso e le proprie fobie interiori.
La persona UNO è la mente conscia critica e nevrotica.
La persona DUE è la parte inconscia, il sistema nervoso che sente tutto, in balia dell’emotività.
La parte UNO immagina che la parte DUE sia stupida e sorda e ingrata; lo strumento fondamentale diviene l’abilità di restare calmi in mezzo ai cambiamenti rapidi e sconvolgenti, la lotta titanica contro l’inquietudine e il lato oscuro della solitudine.
Obiettivo, far dialogare le due persone, evitando lo sfinimento per il controllo delle stesse, evitando logorii estremi per la ricerca dell’equilibrio.
Strategia: lucida forza di volontà con necessaria serenità di fondo.
Difficile a volte provare affetto verso la razza umana, per incapacità di poter portare un contributo davvero sensato, a se stessi in prima battuta, contrapposta all’illusione di comprenderne le reazioni.
Un passo ancora, solo un piccolo passo in avanti ancora …