martedì 18 dicembre 2007

Slegami













Lente boccate di Golden Virginia
sul balcone della cucina
mentre frugo nel cielo sopra il cortile.
La trovo, la fisso e deflagra.
Frammenti incendiati che bruciano addosso
e il bagliore si fonde con la mia velleità.

4 commenti:

Anonimo ha detto...

Sissignore! tutti i vicini pensano che noi siamo strani e noi pensiamo lo stesso di loro...e facciamo tutti centro. Charles Bukowski

Anonimo ha detto...

ambientazione molto carveriana. la cucina come espressione del quotidiano, il balcone come spinta, aspirazione, all'infinito. il cielo e il cortile che rappresentano due opposti tra i quali vagare ed essere indistintamente attirato... eccetera...

Anonimo ha detto...

Ottima interpretazione Chuck D.

E hai ottenuto quello che
volevi da questa vita, nonostante tutto?
Sì.
E cos’è che volevi?
Potermi dire amato, sentirmi
amato sulla terra.
(Ultimo frammento, R. Carver)

Anonimo ha detto...

Effettivamente i personaggi di R. Carver vivono la sensazione del vuoto, della perdita sia essa individuale che collettiva che si presenta in modo diverso ma sempre con una comune che è quella dell'attesa di qualcosa che è in procinto di accadere e che può considerarsi già catastrofe... e questa ambientazione,chuck, così ben descritta...bè mi vedo una bella scena di film alla Altman.