giovedì 17 gennaio 2008

Metamorphosis









Vedo nel tuo volo radente
le strutture ristagnanti del mio cervello modificarsi
incrinandone il sospetto.
Vedo il profilo della Fata d’argento
e lo fisso impietrito.
Io, forgiato dal privilegio,
rallento per ripartire cauto
fino a che non mi riappropri del battito
e della tua nitidezza reale.
Quando il tempo esplode
non si è mai abbastanza pronti,
nonostante il desiderio ossessivo
di sentirne il fragore.
Ogni giorno in cui mi meraviglio
deve giungere per essere al di sopra di ieri.

1 commento:

Anonimo ha detto...

C'è un tempo per ogni cosa.
Mai farfalla sarà tale senza le costrizioni della crisalide.
Ogni metamorfosi chiama dolore e affanno...Percorsi che sono angusti passaggi.
La forza che pulsa da dentro placa gli acuti crudeli, attenua il rilievo dei ricordi, tollera compiacente lo sbaglio...
Che un equo tempo trascorra.
Che resti solo un lembo del bozzolo, testimone inerte di travagli condivisi.
Cogliere per ascoltare quei segnali: sono il nostro primo contatto con gli universi che ci scorrono intorno.
Che l'estremo rigore, residuo dell'animale istinto di conservazione dell' Indiscusso Ideale, racchiuso nelle rare specie, non permetta un severo interferire.
C'è un tempo per ogni cosa.
E' tempo di pause da se stessi.
rmc