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mercoledì 26 marzo 2008

Cotton Lovers


E non lasciavo che al ricordo distratto la possibilità di fissare nel vuoto, tu ignoravi il presente chiedendomi “Quante vite hai?”. Ma mi piaceva quella finzione da grandi, tanto da conoscerne ogni legge.
I vuoti cinici venivano colmati con avidità, consapevoli della gravità dei segreti che incauti ci ripetevamo ad occhi chiusi. L’ironia nel bonificare il tempo rimanente impediva di imbrogliare, così mi sentii costretto a smettere di chiederti banalità. Mi parlavi di animali e replicavo con dolore e apparente maestria, mosso solo dalla voglia di restare chiuso dentro. Venezia, ancora tu che resti integra per me, mentre noi ci stringevamo e ridevamo, poi seri e lontani ne cancellavamo i muri.
Eccoti qui, ti accolgo arida e umida come ti vedo ma non più di quanto non lo sia io.

venerdì 30 novembre 2007

La tua faccia







Solo tu hai la facoltà di liberare il cielo
quando lento e fosco
soffoca il percorso di ogni evoluzione.
Sciogli i capelli e getta le braccia al collo
della fiaba che da sempre ci raccontano.
Solo tu sai come rendere più dolce l’inquietudine
quando spilla il suo sapore di condanna.
Brucio le spine che mi dissuadono,
se solo riconosco la tua faccia.
Domani tutto potrà mutare,
se solo riconosco la tua faccia.
Io resto qui, in attesa del tuo ritorno
ed è tempo ormai che ne venga il giorno.

lunedì 12 novembre 2007

Some kind of angel come inside


In certe circostanze e a mia insaputa, ho l’impressione che un elastico impercettibile ci si attorcigli addosso.
Accade che si estenda all’infinito, si assottigli e mi sembra di non vederti più, perdendoti.
In un tempo incalcolabile dalla massima distanza, ritorni improvvisamente vicino, tanto vicino da bloccarmi il respiro.

mercoledì 24 ottobre 2007

Psicologia I


Pensa alla tua immagine da bambino, pensala con intensità. Ricordati come eri vestito, dov’eri, ogni dettaglio possibile e se eri felice o no in quella occasione, Ora vai da quel bambino abbraccialo e digli che adesso ci sei tu a proteggerlo.

La consapevolezza e l’accettazione di sé, così come l’autostima, si comincia a sviluppare intorno agli otto anni. E’ possibile fare un percorso a ritroso e con questo esercizio superare ciò che di gravoso - e a volte doloroso - dal passato ci portiamo dietro.

domenica 30 settembre 2007

Born to be Bruto


Ci sono giornate come quella di venerdì nelle quali si susseguono troppe situazioni contrastanti per essere affrontate con leggerezza e senza conseguenze.
Al mattino un incontro nel quale ho valutato tutti gli aspetti legali, burocratici e fiscali - tralasciando quelli emotivi, più intangibili ma in maggior misura laceranti - relativi alla destinazione futura e alla gestione di un immobile rappresentante il sommo grado, il punto di arrivo di decisioni tormentate ma consapevoli portate avanti per anni, prese con l’obiettivo di dare un senso, un valore ad un INIZIO che si spogliasse di quel senso di precarietà del quale fino ad allora la vita era stata permeata. Il pomeriggio un cambio di scenario deciso ma strettamente legato allo scatenare della situazione affrontata al mattino, costituito dal viaggio a Bologna e l'irruzione nella mia vecchia azienda, un gesto che da molto tempo volevo fare, una mossa che sapevo avrebbe provocato in me e, a conti fatti, anche nelle persone conosciute e lasciate oltre tre anni fa, profonda emozione.
Già rifare la strada in auto, vedere da lontano la sagoma di San Luca che per tanti lunedì mi ha preannunciato con qualche km in anticipo che la Città Rossa era vicina, la strana familiarità che il capoluogo emiliano mi ha sempre infuso, nonostante il mio arrivo qui nel 2002 fu un trasferimento forzato da Milano, è stato il solito flashback al quale mi espongo ogni qualvolta faccio questo percorso.
Ma ora è diverso, ho aspettato mesi per rifare questo viaggio, mi sono imposto di farlo quando mi sarei sentito in grado di fronteggiarlo consapevolmente nel mio nuovo status e soprattutto legittimare con la maggiore serenità possibile, se possibile, le importanti valutazioni che mi hanno allontanato da qui.
Tanto naturale quanto da lasciare incredulo il varcare quella soglia e percorrere quegli spazi, ma soprattutto ritrovare immutati tutti quei volti da quell’ultima volta che, non dimenticherò, mi attendevano nel parco di Via Corticella per salutarmi sotto lo striscione “Ciao Bruto!”.
La mia intenzione era solo quella di passare in orario lavorativo per salutare tutti in un colpo solo, ci tenevo molto a farlo, ci tenevo molto a ribadire che custodisco nella mia memoria quel pomeriggio in Via Corticella, ma il subbuglio che la mia incursione e la mia presenza in quel luogo ha scatenato, accompagnato ad ogni incontro dalla stessa domanda esortativa - “Ritorni?” - non mi è scivolato addosso con indifferenza.

Basta una notte dal sonno incontrollato,
per confondermi daccapo e mortificare il giorno
in cui la tregua vacillante che mi ero concesso
inesorabilmente annichilisce.

venerdì 14 settembre 2007

Il mese più freddo dell'anno


Corri adesso, corri respirando la fortuna generosa che ti circonda.
Ti chiedi perché fa buio presto ma un’aria fresca ti rinnova più sfrontato;
a destra il bosco, a sinistra il lago e due mongolfiere che ne tingono la superficie, il profilo rassicurante della Bella Dormiente è nero, stagliato di fronte a te. C’è solo il suono simmetrico delle tue scarpe e di pensieri veloci, di spinte in alto.
Corri e allontani il rimprovero che incalzandoti ripete con ossessione di voler non essere mai esistito.
Tu senza voltarti, corri dritto dove il presagire sa sedurti ancora, noncurante di ogni assillo regredito.
Se non è vero che hai paura
non è vero che ti senti solo
non è vero che fa freddo
allora perché tremi in questo agosto?

lunedì 10 settembre 2007

Salmoni, Sermoni, Predicatori e Conigli.


- Io non ti capisco, passi la giornata a fare il moralizzatore, il dispensatore di saggezza, poi ti alzi il giorno dopo irriconoscibile e ostico.
- Ostico proprio no, direi più che altro fastidiato, questo è più probabile. E’ vero, anche io faccio fatica a trovare le ragioni di questi svarioni gravitazionali, ma non mi scoraggio, credo sia normale ogni tanto perdere l’equilibrio se si cammina lungo una fune.
- D’accordo, ma secondo me dovresti sforzarti ancora di più; capisco il “senso di libertà” come ti piace chiamarlo, ma mi pare tu abbia reazioni un tantinello eccessive, sei sempre così severo, non solo con gli altri ma anche con te!
- …cazzomene…
- Eh no bello, secondo me dovresti fare molta più attenzione! Tu sai che non puoi permetterti di scherzarci sopra così, ti piace dire che cammini sulla corda ma ricordati anche che non hai alcuna rete sotto! Eppoi mi fai incazzare quando ostenti tanta sicurezza, tanta indipendenza, sfiorando addirittura una sorta di misantropia! Capisco il tuo spiccato nuovo senso per la sopravvivenza, ma vedi di ricordarti che non vivi, per tua fortuna, su un’isola deserta!
- Ti sbagli, non ostento un bel niente, ma mi piace pensare, talvolta, di non dover niente a nessuno, non per egoismo ma per un senso di autarchia.
- Ma guardati! Sei paradossale e contraddittorio! Ti preferisco in versione moralizzatore, anche se sei non sei del tutto convincente …
- Ma che palle, non posso tollerare che mi si dipinga così, ritengo invece che ognuno si debba fare carico della propria etica comportamentale e se ne accolli le conseguenze! Ci sono momenti in cui sono consapevole delle mie parole e trovo la forza e l’entusiasmo per alzare la voce, con convinzione; ma anche io magari avrei bisogno di un … “moralizzatore”, come dici tu, che faccia lo stesso con me!
- Nei hai tanti, basta saperli scorgere! Fatti un po’ di autocritica, in giornate come queste sei infastidito da ogni gesto o parola e non mi sembra una buona soluzione pigliare e andare a correre sopra una montagna per calmarti!
- Lo so, lo so. Troverò un modo alternativo per riallinearmi con il mondo, non ho alcuna intenzione di inselvatichirmi ancora di più ma è il mio modello di autodifesa.
- Beh datti da fare alla svelta se ti vuoi promuovere in modo accattivante!
- Ah ah ah! Promuovere! Chi ti fa credere che ne senta il bisogno o la voglia di farlo!? Racconto di sogni e me ne faccio carico, ma poi mi sconcerto di tutta l’insicurezza che ci circonda, che ricopre tutti quanti, te compreso e mi sento così stupido, impotente.
- Certo che sì perché dovrei esserne esente? Per questo mi sforzo più di te nel trovare motivazioni. “I miei occhi hanno visto la tua salvezza” ho letto da qualche parte …
- Urcudighel! Sì, temo anche di sapere dove, ma che c’entra? Tu conosci la mia determinazione e questi cedimenti servono per ricordare a me stesso di non allentare mai l’attenzione, di non sedermi, di cercare stimoli, di non dimenticare quanto la curiosità mi tenga vivo. So bene che non devo perdere di vista la mia esigenza di stratificare il reale con l’immaginazione.
- Stratificare il reale con l’immaginazione! Ma come ti vengono queste casuali illuminazioni improvvise ?
- Casuali? Non direi casuali! Da qualche tempo sono tormentato da due parole collegate in modo bizzarro, casuale e causale, un apparente refuso con possibilità di straordinarie alchimie. Mi capita per esempio di vivere eventi apparentemente casuali dei quali sento la necessità di trovarne la causa, che plachi interrogativi latenti. Trovo che questo sia uno stimolante esercizio mentale.
- Certo che riesci sempre a spiazzarmi con le tue virate improvvise, a questo ancora non mi sono abituato. La tua attuale imprevedibilità mi atterrisce ma se ti rilassi cominci a ragionare. Ma devi parlare Cristo Santo, parla! Non puoi startene lì da solo, dentro un vuoto pneumatico a gripparti il cervello sprofondato nel tuo silenzio!
- Starmene qui da solo … già …

“La soledad da oportunidades para descubrir nuevos límites y .......SALTARLOS!”
(Tony Lee Gamiz)

martedì 4 settembre 2007

Pinna atrofica


Nuotavo in corsia 3, da solo, con grande compiacimento nel non incrociare nessuno e dover condividere quello spazio.
Ad ogni ripartenza da fondo vasca scrutavo a pelo d’acqua e farneticavo che i 25 metri davanti a me fossero in salita.
Gli occhialini erano sommersi esattamente a metà, proprio sulla linea di demarcazione tra acqua e cielo e avevo questa percezione un po’ lisergica, pensando che fosse un peccato essere costretti a nuotare solo in pianura.
Sono sempre stato rapito dai suoni che rimbombano nelle piscine, gli echi di impatti con l’acqua e di voci incomprensibili amplificano queste mie distorsioni mentali mentre l’odore del cloro si insinua nelle narici.
Io nuoto contro la VUOTIDIANITA’ e la realtà sprofondata in questo liquido si rifrange diversamente, aberrazioni simili a quelle provate di notte, quando ci si rigira nel letto e non si prende sonno.
La anomala disinvoltura delle mie riflessioni quando annegano in acqua mi da la possibilità di meditazioni bizzarre ma appassionate, intense. Trovo quindi altri stimoli e rimedi prodigiosi nuotando immerso in questo fluido azzurro, sostenendo quanto sia doverosa una moratoria per le vite insoddisfacenti.
Mi è sorto anche un dubbio: una miccia da esplosivo immersa in un liquido si spegne o continua a bruciare? Credo che fortunatamente non si estingua e ho il presentimento che sia senz'altro lunga ma di lenta combustione.
Di una cosa sono certo: è accesa.
Bum!

mercoledì 29 agosto 2007

Il frigorifero logora chi non ce l'ha


Sul mio frigo c’è un biglietto tra i tanti che dice “E’ una sorta di solitudine dover pensare per più di un istante a chi raccontare ciò che ogni giorno ti succede ” (ce n’è anche uno con scritto “A Viverone l’omosessualità regna sovrana” e che mi induce a rinnovare la cerchia delle amicizie, ma questa è un’altra storia …)
Oggi c’è il Blog che concede una platea teorica, una vetrina decisamente imprudente ma conscia e che permette di rimediare a quanto il mio frigorifero recita.
Ho deciso così di strumentalizzare lo strumento, pertanto tutte le mie patologie grafomani, le quali si concretizzano in annotazioni pressoché illeggibili prese in auto, nel notes sul comodino, appunti sopra ogni improbabile pezzo di carta rinvenuto in tasca e che fissano intuizioni improvvise quando attraversano spontaneamente la mia anguria, trovano spazio qui, in modo consapevolmente velleitario.
Io non ho coscienza di quanto sia saggio questo esercizio, né so se si esaurirà all’improvviso ed evito di soffermarmi troppo a lungo sui commenti di chi legge pur lasciando spazio a qualsiasi interpretazione. Il blogger è conscio di esporsi in un ambiente aperto, pur trattandosi al tempo stesso di uno specchio privato-condiviso.
Mi sono messo a frequentare e rovistare alcuni Blogs e ho visto quanto siano disparati, eterogenei, sconclusionati, in una parola LIBERI.
Per qualche oscuro motivo mi è poi improvvisamente balenata in mente la promessa fatta: “La prima regola del Fight Club e non parlare mai del Fight Club”. Non trasgredirò.

venerdì 24 agosto 2007

Meno male che adoro il vento



"Sembravi imprigionato in una sfera di cristallo, come quelle con i paesaggi invernali che scuotendole solo la neve si muove al suo interno.
Invece questa palla di vetro è stata capace di esplodere e solo adesso vedo le schegge che volano dappertutto e con loro anche la vita ristagnante che pareva ingabbiata irrimediabilmente in limiti invalicabili.
Ti credevo incapace di uscire da quei confini trasparenti e rimango attonito nel vedere lo spettacolo di quei frammenti sparsi ovunque."


In giornate come queste, dove il cielo che adoro ha quell’aspetto nordico, discontinuo, fatto apposta per farsi guardare per ore come una sequenza tratta da un film della "Qatsy Trilogy", consigliatissima , mi chiedo come sia possibile paralizzarsi su una considerazione, una e una soltanto e non capire che lo sguardo potrebbe rivolgersi in diverse altre direzioni, spinto dallo stupore concesso alla vista. Davanti a me un fronte nuvoloso nero, nerissimo mi fa presagire un’imminente pioggia torrenziale, poi dallo specchietto retrovisore vedo l’immagine delle montagne restituite con colori saturi da un sole limpido e accecante. Mi appaga pensare che le successioni di piani si alternino senza soluzione di continuità e penso così alle diverse direzioni che potrei prendere quando sono sotto un cielo come questo, stimolante e in continuo movimento. Mi piace pensare alle alternative che offre e alle diverse traduzioni ottenibili.
Un’altra nuova possibilità.

"Mi sorprendi ancora mentre ti ascolto e ti fisso stupito. Ti vedo incapace, irrisolto e prendo atto che esiste una tridimensionalità che ho forse trascurato ma che offre forme e interpretazioni distinte se solo mi fossi soffermato un po’ di più a guardare intensamente, in profondità ed oltre, dando ascolto a quella voce deliberatamente repressa e non considerata."

Resta incomprensibile come le logiche così fondate sembrino ora avulse da questa desolazione, dissipandosi con tanta arrendevolezza.

martedì 21 agosto 2007

Un coeur en hiver




Da qualche tempo non conosco la noia pur essendo consapevole, sebbene sia una mia caratteristica innata, che ciò nasca da una reazione spontanea di sopravvivenza.
Può risultare irritante, ma sono pervaso da iperattività istintiva inesorabile.
Dicono che non sia così grave, alcune persone hanno patologie ben peggiori.
Non riesco a sedermi neanche per pochi minuti, godendomi un po’ di indolenza e forse fin dalla fase REM del sonno elaboro le attività delle ore successive, specie quelle dei giorni non lavorativi. Lo faccio per me, ma senza forzature, involontariamente assecondo il benessere che questo accanimento determina.
Adesso che le giornate si fanno piovose e brevi, capisco che il periodo estivo trascorso è stato un prodigioso alleato, perché mi ha concesso grandi spazi e libertà autogestite nell’amata solitudine.
Non comprendo quindi, egoisticamente, chi soffre di questo tedioso stato d’animo.
Forse non solo non lo comprendo, ma mi provoca indignazione chi si lascia schiacciare da questa funesta inerzia.

Per questo motivo io adesso ti imploro di STUPIRMI, perché io ho bisogno di essere stupito. Mi rendo perfettamente conto d’essere esigente, ma non posso essere altrimenti.
Accetta le mie provocazioni perché ti sto mettendo alla prova, ho bisogno di segnali positivi evidenti, affinché la mia ingordigia maniacale non resti delusa né abbia ombre non più tollerabili, in aggiunta alle mie.
C’è una sorta di folle consapevolezza nel tormentarti e restituire il tuo valore, nel cercare pretestuosi spunti d’analisi per esaminare meticolosamente ogni tua sfumatura, specie quelle più oscure.
C’è una voce ossessiva che mi sussurra, mentre tengo gli occhi chiusi, “Divertiti” e “Lasciati andare” ricordo perfettamente il suo tono di voce mentre lo dice colpendomi duro, lo so che lui ha ragione e so altresì che ha centrato il mio vulnerabile e occultato tallone, pur conoscendomi da pochi istanti.
Ciò nonostante non chiedermi di snaturarmi, io pretendo che tu mi sorprenda e che lo faccia nuovamente, ne ho l’assoluta necessità, così come sento che non posso fare a meno di guardarti oltre e attraverso, questo è il danno non visibile e imperdonabile che a distanza di tempo non posso evitare di passare in rassegna con gli altri.
Ci sono parole che m’inorridiscono come “monotonia” e “apatia”, è per questo motivo che contrasto l’insofferenza con tanta tenacia.
Ci sono parole che mi seducono come “meraviglia” e “stupore”, è per questo motivo che divento così esigente in primo luogo con me stesso.
Adesso prova quindi a comprendermi un po’ di più, se è vero che non possiamo ridare forma al passato ma lavorare per erigere il futuro, tutto diventa più legittimo ed evidente.
E anche se fai parte di un’astratta proiezione mentale, di un appannato lineamento ideale, lascia che ti insegua ancora un po’.

mercoledì 18 luglio 2007

Nanetti & altre Amenità 4









Mi impongo con severa rigorosità,
il silenzio e l'assenza,
concedendomi più tempo,
che irrequieto, impaziente e ingordo,
possa a suo modo risarcirmi
cercando insegnamento
in quel tempo dedicato,
cercando fondamento
in un oblio immotivato.

Incollando i frantumi della Magnifica Ossessione,
rinnovata inaspettatamente dalle sorti,
ingenuo ti vedo scolorita
nella tua folle rappresentazione,
ed io risparmio quel gesto grande
per un’occasione migliore
immaginando la sua conseguenza sedurmi
con infinito candore.

mercoledì 11 luglio 2007

Nanetti & altre Amenità 3



Argino ogni imprevedibile eccesso,
ogni sorprendente e gratificante gesto
di un avvenire appagato che non invoca permesso.


Compresso da questo spazio vuoto
resto in dissennata attesa
di quella danza per mia volontà impacciata,
mentre fuggi cieca sotto un cielo impostore
tanto che il tuo Dono invisibile svanisce,
stordito da un irrisolto amore.

lunedì 9 luglio 2007

Stelle cadenti contromano


Eindhoven 07.07.07

Se questa sequenza di numeri che evocano mille simbolismi significano qualcosa, allora io ne ho subisco senza dubbio gli effetti.
Ho un biglietto aereo, un iPod, uno zaino e un moleskine, oggi non mi serve nient’altro.
Provo solo un leggero timore nel ripercorrere alcuni passi, rivivendoli e fronteggiandoli nuovamente.
Questa libertà, come inattesa autonomia, attraverso l’ebrezza gustata fino in fondo di questa eccitazione, non può che arricchire questi stati d’animo di una pelle in trasformazione e di un obbiettivo avido che guarda con attenzione in tutte le direzioni, senza sosta.
E’ come se ad un tratto la mia focale si fosse trasformata in un grandangolare 10mm esente da aberrazioni cromatiche, distorsioni e vignettature.
Il cielo non è solo sopra le nostre teste e a volte le stelle cadenti sfrecciano contromano.
Provo un'alternanza di percezioni, altalenanti forze centrifughe imprevedibili: bilancio il peso, sposto il baricentro, adesso funziona, ora cado, ecco l’equilibrio, ecco il risultato di un'identità ancora camuffata ma sempre più definita e consapevole.
Non è chiara quale sia la direzione migliore, ma è straordinario quanto sia superflua un'analisi più approfondita quando un bersaglio ingannatore è in movimento.
La vera abilità sta nel trasformare una sparizione in un’apparizione, eventi in opportunità.
Con l'Emiliano si sono susseguiti svariati discorsi su quella panchina, ci siamo stupiti dei mille parallelismi dei nostri vissuti, seppur molto diversi.
Ho pedalato a lungo in Eindhoven ieri, in una domenica mattina fresca e addormentata.
Le sensazioni di quel silenzio, di quella luce tersa, di quei pensieri liberi, di quei ragionamenti avulsi, restano custoditi nel mio prezioso archivio.

venerdì 6 luglio 2007

Nanetti & altre Amenità 2










Nel cuore delle persone albergano i sentimenti più nobili.
Ma il cuore di alcune persone più che un albergo è un cottolengo.


Mi chiedo come sia possibile
scoprire di essere un capricorno e prenderla con filosofia.
(questa è per menti fini)

giovedì 5 luglio 2007

Nanetti & altre Amenità 1









Sento il respiro che replica la consuetudine
dalla quale divelgo i ruoli spogliati di valore
e che incredulo subisco con l’egoismo dei giorni.



Oggi ti concedo l’ultima bugia
ma adesso lasciami sospeso
cullato dai flutti di questo fortuito ritorno.



Voglio una dialisi che mi cancelli l’ovvio
e che la mia rabbia di adesso
annulli ogni residuo di gravità
al danno quotidiano a cui mi espongo.
Quello che non sono, non lo diventerò.