
Da qualche tempo non conosco la noia pur essendo consapevole, sebbene sia una mia caratteristica innata, che ciò nasca da una reazione spontanea di sopravvivenza.
Può risultare irritante, ma sono pervaso da iperattività istintiva inesorabile.
Dicono che non sia così grave, alcune persone hanno patologie ben peggiori.
Non riesco a sedermi neanche per pochi minuti, godendomi un po’ di indolenza e forse fin dalla fase REM del sonno elaboro le attività delle ore successive, specie quelle dei giorni non lavorativi. Lo faccio per me, ma senza forzature, involontariamente assecondo il benessere che questo accanimento determina.
Adesso che le giornate si fanno piovose e brevi, capisco che il periodo estivo trascorso è stato un prodigioso alleato, perché mi ha concesso grandi spazi e libertà autogestite nell’amata solitudine.
Non comprendo quindi, egoisticamente, chi soffre di questo tedioso stato d’animo.
Forse non solo non lo comprendo, ma mi provoca indignazione chi si lascia schiacciare da questa funesta inerzia.
Per questo motivo io adesso ti imploro di STUPIRMI, perché io ho bisogno di essere stupito. Mi rendo perfettamente conto d’essere esigente, ma non posso essere altrimenti.
Accetta le mie provocazioni perché ti sto mettendo alla prova, ho bisogno di segnali positivi evidenti, affinché la mia ingordigia maniacale non resti delusa né abbia ombre non più tollerabili, in aggiunta alle mie.
C’è una sorta di folle consapevolezza nel tormentarti e restituire il tuo valore, nel cercare pretestuosi spunti d’analisi per esaminare meticolosamente ogni tua sfumatura, specie quelle più oscure.
C’è una voce ossessiva che mi sussurra, mentre tengo gli occhi chiusi, “Divertiti” e “Lasciati andare” ricordo perfettamente il suo tono di voce mentre lo dice colpendomi duro, lo so che lui ha ragione e so altresì che ha centrato il mio vulnerabile e occultato tallone, pur conoscendomi da pochi istanti.
Ciò nonostante non chiedermi di snaturarmi, io pretendo che tu mi sorprenda e che lo faccia nuovamente, ne ho l’assoluta necessità, così come sento che non posso fare a meno di guardarti oltre e attraverso, questo è il danno non visibile e imperdonabile che a distanza di tempo non posso evitare di passare in rassegna con gli altri.
Ci sono parole che m’inorridiscono come “monotonia” e “apatia”, è per questo motivo che contrasto l’insofferenza con tanta tenacia.
Ci sono parole che mi seducono come “meraviglia” e “stupore”, è per questo motivo che divento così esigente in primo luogo con me stesso.
Adesso prova quindi a comprendermi un po’ di più, se è vero che non possiamo ridare forma al passato ma lavorare per erigere il futuro, tutto diventa più legittimo ed evidente.
E anche se fai parte di un’astratta proiezione mentale, di un appannato lineamento ideale, lascia che ti insegua ancora un po’.