mercoledì 8 agosto 2007

Santiago, mistico trasversale


Adesso che sei tornato cerchi di guardare dentro i giorni trascorsi dal 22 al 31 luglio.
Ci pensi ora incontrando i molti amici i quali, durante questo periodo, ti hanno trasmesso il loro entusiasmo che sommato al tuo ti ha fatto percorrere oltre 940 km.
Percepisci la curiosità nel sapere cosa porta a fare un’esperienza del genere e cosa succede una volta portata a termine.
Ma tu, semplicemente, NON LO SAI.
Hai però in mente tutte le sensazioni che in quei nove giorni passati sempre in sella alla "Poderosa" si sono susseguite. I primi km non li hai percorsi coscientemente, ma in uno stato di eccitazione incontrollata, che hai sentito infiammarsi dentro all’arrivo a Bayonne, vedendo i primi zaini dei pellegrini e parlando con le prime persone che dal CAMINO DE SANTIAGO tornavano.
Poi sono arrivati i giorni dei dolori ovunque e delle energie che prematuramente sembravano esaurirsi, avrebbero potuto rallentare molto il viaggio ma invece sono state uno stimolo ulteriore alla tua testardaggine, a riprova che non si trattava di fare un giro un bici ma un impegno con te stesso, forse eccessivo ma irrinunciabile. Avevi fissato molto scrupolosamente le tappe che sono saltate sistematicamente, per l’incapacità di fermarsi e la bramosia nel voler arrivare.
Ma non hai perso per questo motivo il piacere nel percorrere in sequenza la Navarra, Rioja, Burgo, Castilla y Leon e Galicia; osservavi sempre il paesaggio che attraversavi in silenzio fermandoti a scattare fotografie, l’unica vera testimonianza tangibile che ti riporta laggiù. I villaggi così come le vigne o i campi di grano o di girasole non sono passati inosservati, li hai in mente tutti, magari confondendo un po’ i nomi.
Italo Calvino in Collezione di Sabbia dice “Viaggiare non serve molto a capire ma serve per riattivare per un momento l'uso degli occhi, la lettura visiva del mondo” e la tua ingordigia di osservare è stata ampiamente soddisfatta e mai ignorata.
La percezione del tempo si è trasformata, si è affievolita e ha dovuto lasciare il campo alla percezione dello spazio; non importava il tempo impiegato, l’ora del giorno, il giorno della settimana ma era importante leggere l’orizzonte, la cartina delle altimetrie e cercare di dosare le forze in relazione delle montagne. Calcoli di chilometraggi e percentuali delle pendenza inusuali nella vita di ogni giorno, ma diventavano il pensiero quotidiano con la conseguente esultanza per il percorso lasciato alle spalle. Verificare con la fatica dove esattamente sta la tua soglia, il tuo limite, restare incredulo per riuscire a spostarlo in avanti proseguendo inesorabilmente come un Forrest Gump su due ruote. Ti ritrovavi, a tua insaputa, nel procedere spesso con la testa volta verso i piedi, osservando ipnotizzato il movimento dei pedali, regolare, continuo, pensando quante migliaia di giri le gambe magre e orgogliose hanno prodotto quel movimento che ti muovevano in avanti, sempre più avanti…
Poi partire da solo, a dire il vero una scelta forzata, è stata la chiave per sentirsi totalmente responsabile e artefice di ogni singola o irrilevante decisione ma soprattutto la chiave che ti ha permesso di incrociare le storie di tante altre persone e fatalmente condividerle; passare diversi giorni con Geert, un ragazzo belga con il suo strano carrellino agganciato alla bici, riuscire a ragionare – in inglese – su argomenti che in italiano fatichi ad affrontare emozionandosi reciprocamente al momento di salutarsi; parlare una sera intera con una splendida ragazza francese di temi ora superficiali ora personalissimi e accorgersi il giorno dopo di non sapere neppure il suo nome; ritrovarsi in una cucina di un cuoco cubano e preparare spaghetti all’amatriciana per 26 pellegrini di varie nazionalità che, sicuramente per fame eccessiva, ti ringraziano con una ovazione.
Queste sono le immagini che resteranno indelebili.
Certo è, e te ne rendi conto solo dopo aver condiviso momenti intensi con persone più disparate di ogni età e provenienza, che la religione non è il propellente principale di questa esperienza, se non per pochi fedeli, questo è il prodigio misterioso del Cammino!
Ma a te, come a tutti, interessa solo arrivare davanti a quella Cattedrale, nient’altro, sai che lì c’è lo zero, che rappresenta tutto quello che hai rincorso non solo dalla partenza ma forse da molto più tempo, sai che lì davanti da centinaia di anni arrivano pellegrini stremati e piangono svincolandosi di tutte le tensioni personali, fisiche o chissà di quale altra natura. E così resti lì davanti, paralizzato per minuti che possono essere ore, attratto e respinto da quella imponente inquietante sagoma barocca. All’improvviso crolli, ancora una volta un fotogramma rinchiude una moltitudine di stati d’animo finalmente liberi da ogni sorta di inibizione, liberi di straripare senza alcuna esitazione.
Adesso hai la sensazione di infinito svuotamento ma a pensarci bene hai lasciato lo spazio per custodire sentimenti nuovi. Adesso sai perché la cosa più pericolosa, nonostante l’orizzonte sia irraggiungibile, sta nel fermarsi; intuisci così che non hai altra scelta che continuare a camminare.

7 commenti:

Anonimo ha detto...

Capita di aver voglia di conoscersi e non piu’ di conoscere, di vedere le cose solo con i propri occhi. Di iniziare un viaggio non piu’ spaziale ma temporale. E’ un’avventura fantastica !!

Anonimo ha detto...

ho pò come quando togli tutti i pali della vigna e poi devi ripiantarli.

Anonimo ha detto...

esperienza fantastica! complimenti...camminare..si può camminare per,con,verso.Ho sempre creduto che camminare senza sosta fosse lo scopo di una vita ricca di esperienze.Poi un giorno mi hanno detto "fermati un po' per ripartire più forte". Non volevo ma l'ho fatto, allora mi sono accorta che ero stanca, le gambe dolenti, la schiena a pezzi e , guardando curiosa indietro, ho visto tutta la strada percorsa. Era lunga, tortuosa, tante salite poche discese; ma io ero arrivata fino lì! dove mi sono fermata per ripartire più forte: incredibile. Non so quanto ancora dovrò camminare, ma sono felice della piccola sosta che mi sono concessa perchè ora non sono più stanca, sono pronta per ripartire. Liù

Anonimo ha detto...

"Il guerriero della luce si concentra sui piccoli miracoli della vita quotidiana. Se sa vedere ciò che è bello è perchè ha la bellezza dentro di sè,giacchè il mondo è uno specchio che rimanda ad ogni uomo il riflesso del suo viso". ho voluto citare questa frase di Coelho perchè è cio' che mi hai trasmesso con il tuo racconto...la sensazione di saper godere e apprezzare ogni momento della vita.La fatica del cammino che porta pero', alla fine ,alla gioia di arrivare alla cattedrale...cosi la vedo io questa vita..un lungo , tortuoso cammino, fatto di salite continue, di ostacoli , ma anche di campi di fiori e di sole che riscalda.Hai messo un piccolo seme dentro di te..abbine cura affinchè porti, con il tempo, i frutti sperati. Eli

Anonimo ha detto...

Ero curiosa di leggere come ci avresti raccontato il tuo viaggio su questo blog. Qualsiasi fossero le mie attese le hai superate tutte.
Non importa se non ricordi i nomi e i dettagli di ciò che hai visto. Quello che hai "sentito" lo hai fotografato con occhi, cuore e mente. Non hai bisogno di ricordare altro...
Ed in partenza per il Tibet, faccio i complimenti alla tua forza e al tuo coraggio, sperando di trovare anch'io la mia Santiago. Proprio lì sul tetto del mondo, proprio la Santiago che intendi tu: lo zero da cui ripartire e continuare a camminare...
Stefania

Anonimo ha detto...

Hola! da Bruxelles

Capitano Mio Capitano!(da L'ATTIMO
FUGGENTE-DEAD POETS SOCIETY) FILM
S U P E R L A T I V O !!Il mio preferito l'unico da salvare(x me)
a distanza di anni.

Ero sicurissima che avresti portato
in fondo la tua impresa/percorso!!

Ti sentirai si svuotato di energie, ma anche "pulito interiormente"da tutte le negativita'e tensioni accumulate (e che oramai spero ti sei lasciato, alle spalle).
E ora di ripartire, dal punto 0
il coraggio non ti manca di certo,
ed e'anche da questa tua forza di volonta' che hai dimostrato, che cerchero' di prendere esempio. Perché' anche io, mi sono lasciata
dietro un po'di " beghe negative",
e devo ripartire da un punto 0 ...
il cammino e' lungo ancora molto lungo ... ma ce la posso fare !!
Anzi dobbiamo farcela assolutamente!!!!

Buona Notte !! Namaste.

Anonimo ha detto...

Ce l'hai fatta! lo sapevo, non avevo dubbi.Imprese come questa non si portano a termine solo con la forza ma con la perseveranza, è in questo modo che sei arrivato lì. E ora per quale altro viaggio pensi di ripartire? Perchè la vita è piena di altre e meravigliose Santiago, lo sappiamo bene. Io ti auguro un nuovo e meraviglioso cammino dove desideri e con chi desideri. Ma ti auguro dovunque e con chiunque tu sia di viaggiare sempre "libero". perchè è solo la piena libertà che ci permette di godere del viaggio, di assaporarne le emozioni, di sentirne gli odori, di divorare con gli occhi le immagini. E bada che per libertà non intendo la solitudine del cammino.Si può essere liberi anche in due o in cento, la libertà è semplicemente ciò che rende unico e personale ogni viaggio. A presto. cs

PS: mi piace l'esempio di Danilo, hai un amico buono e saggio. Solo non so se la vigna è solo "metaforica" o esiste davvero. La vigna è bella,e non solo perchè a me piace il vino, ma perchè porta frutti che si possono godere sotto diverse forme.